Un recente Rapporto OMS ha fotografato il fabbisogno di riabilitazione nei paesi europei, esaltando quanto già previsto dalla Mission on Cancer e dal Piano Oncologico europeo. De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia: "L’Italia non può continuare a negare il diritto di accesso alla riabilitazione oncologica in tutte le fasi della malattia: acuta, cronica e palliativa. Una misura necessaria per garantire un ritorno alla vita attiva alle persone guarite".
“Quando si parla di riabilitazione, si è portati a pensare soprattutto al percorso che è chiamata a compiere una persona reduce da un incidente stradale o da un ictus. La riabilitazione, invece, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come "un insieme di interventi progettati per ottimizzare il funzionamento e ridurre la disabilità in persone con problemi di salute che ne limitano l’interazione con l’ambiente", è fondamentale anche per i pazienti oncologici (in Italia vivono oggi 3.600.000 persone con una pregressa diagnosi di tumore) e per le persone guarite (1.100.000 persone)”.
Lo sottolinea oggi in una nota la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) che rimarca come “con la diagnosi precoce, il miglioramento delle terapie e l’aumento della prospettiva di vita la riabilitazione è infatti un bisogno imprescindibile incardinato nel contesto dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali. Pertanto, la riabilitazione oncologica va garantita con immediatezza dal Servizio Sanitario Nazionale attraverso l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)”.
Leggi il Comunicato FAVO: https://www.favo.it/news/2226-da-favo-la-richiesta-di-inserire-la-riabilitazione-oncologica-nei-lea.html